Ti sembra una frase farlocca da fuffari, eh?
Ti sta venendo l’orticaria, giusto?
Beh, fatti passare il prurito, perché in questo articolo voglio mettere a terra i concetti giusti per metterti sulla retta via della ricchezza!
Disclaimer: questo titolo è ironico, ed è nato per fare il verso a tutti i FuffaGURU che popolano il web negli ultimi anni
Un titolo simile lo trovi anche in un video YouTube sul mio canale Altrimenti Merendiamo in cui, però, si parla di come fare impresa! Dacci un’occhiata.
Altro disclaimer: se sei troppo sensibile cambia pure articolo, perché durante queste righe mi incazzerò molto
“Non devi mai parlare di soldi, sono brutti e cattivi!”
Quante volte te lo ha detto tua madre, sin da bambino?
In Italia i soldi sono un tabù, e a nessuno piace parlare del “vile” denaro.
Molto probabilmente per una questione religiosa…
Ma al diavolo queste credenze, e questo modo di fare tutto italiano. Noi qui parliamo di business!
Gli italiani hanno una scarsa alfabetizzazione finanziaria e, di conseguenza, perdono un sacco di opportunità economiche. A tal proposito, mi sono imbattuto in una ricerca online, che parla di quanto siano ignoranti in materia finanziaria.
Secondo l’articolo di Panorama molti non conoscono i concetti base, e il 35% non capisce come funziona il tasso di interesse!
La verità è questa: l’ignoranza finanziaria è un disastro per chiunque, ma per un imprenditore è un suicidio.
Lo so bene e lo ribadisco: questa ignoranza deriva dal fatto che in Italia parlare di soldi è ancora un tabù.
La conseguenza è che più si evita di discuterne, meno si impara a gestirli!
Sei o non sei un imprenditore?
(O magari lo vuoi diventare. Quindi a maggior ragione continua a leggere, e capirai ancora meglio perché ne sto parlando.)
Se sei un impiegato, forse puoi permetterti di ignorare come funzionano gli investimenti o i tassi di interesse. Ma se sei un imprenditore, non hai questa scusa.
Devi sapere come far fruttare ogni euro, come investire per crescere e come evitare di perdere soldi in decisioni sbagliate.
Non sapere queste cose non è solo rischioso. È proprio inaccettabile.
I soldi nel business non servono solo a farti comprare la Porsche Macan che esponi come un trofeo.
I soldi nel business sono un indicatore del risultato
Sono come le medaglie nelle competizioni sportive: indicano il tuo valore.
Nello sport, vinci una gara e ti mettono al collo una medaglia.
Nell’imprenditoria, la tua gara è col mercato e con la concorrenza, e la tua medaglia è il saldo positivo del tuo conto bancario.
Ma non finisce qui. Non è solo il saldo positivo che ti rende invincibile.
Devi darti una vera e propria “pagella”, per misurare il valore del tuo business.
Innanzitutto, dovresti sempre avere a disposizione tre documenti fondamentali:
- Il conto economico, che classifica i costi e i ricavi dell’attività.
- Lo stato patrimoniale, che determina il patrimonio facendo la differenza tra il valore totale degli asset (investimenti, crediti e liquidità) e i debiti.
- Il rendiconto finanziario, che mostra quanti soldi ci sono effettivamente in cassa.
Forse non hai idea di cosa sto parlando (parlo e straparlo di questo tema da un’altra parte).
Questo accade perché la maggior parte degli imprenditori come te non li hanno neppure questi documenti, oppure li hanno sbagliati.
Tornando a noi, che tu li abbia o no, il “voto finale” di questa pagella immaginaria è sempre il saldo del conto bancario.
Questo sai cosa comporta?
Il fatto che tu, ipotizzando parta da zero, nell’arco di 10 anni dovresti essere ricco.
(A tal proposito ti consiglio un libro molto interessante a riguardo, che guarda caso si chiama Autostrada per la Ricchezza e spiega in maniera molto più dettagliata queste meccaniche.)
Partendo da zero, senza particolari conoscenze, fondi, contatti o eredità, in 10 anni dovresti diventare ricco
Nello specifico, questo vuol dire essere patrimonializzato e avere liquidità.
Magari qualcuno è apparentemente ricco perché ha in patrimonio qualche catapecchia ereditata dai nonni, poi però il conto corrente è in rosso.
Servono sia un conto corrente bello pieno che un po’ di patrimonializzazione.
“Ricco facile” non esiste, e io non te lo dirò mai!
Se non nasci ricco, non è colpa tua. Ma se non diventi ricco facendo impresa, allora sì, la colpa è tua.
Quando ho iniziato io, non ero ricco. Ma dopo anni di impegno e di fare impresa, beh, ora lo sono!
L’obiettivo dell’impresa è diventare ricco. Se dopo 10 anni non sei ancora ricco, la responsabilità è tua.
Non fraintendermi. Quando dico “colpa”, non intendo darti una coltellata; voglio solo dire che ti mancano delle competenze, che puoi e devi sviluppare.
“Frank, ma quindi cosa devo fare per diventare ricco?”
Te lo dico subito.
Prendi carta e penna, e tieniti pronto a scoprire qualcosa che sicuramente ti farà rimpiangere di aver scelto di fare l’imprenditore.
(Te l’avevo detto all’inizio di questo articolo che mi sarei incazzato!)
1° passo verso la ricchezza: togliti di mezzo!
Come prima cosa, ti serve un business scalabile.
Te lo spiego adesso in maniera semplice, da manuale universitario.
Devi poter approvvigionarti, vendere e consegnare prodotti o servizi senza che i costi fissi ti inseguano e divorino tutto quello che fai.
In maniera iper semplificata: se i tuoi costi fissi non si mangiano il surplus che generi, allora hai un business scalabile.
Adesso però ti chiedo di riavvolgere il nastro e cancellare questa definizione.
Sono impazzito?
No. La definizione è sicuramente corretta, ma il vero punto è che il piccolo imprenditore non sa come applicarla.
Cosa significa per un piccolo imprenditore creare un business scalabile?
Un conto è essere un manager in un’impresa strutturata, un altro è essere un imprenditore nella propria azienda.
Il primo compito di un imprenditore è lavorare per eliminare dall’azienda uno per uno, uno alla volta in maniera realistica, tutti quei colli di bottiglia che derivano da: “Questa cosa la posso fare solo io”.
Ovviamente sapendo quello che sta facendo. Non a cavolo, non distruggendo cose.
Te lo do come consiglio personale. SMETTIAMOLA CON LE SOLITE BAGGIANATE del:
- “Il mio settore è differente.”
- “Ma Frank come faccio, tu non hai idea di quanto sia difficile.”
- “Eh ma questo è ricco e parla, che vuoi che ne capisca se ha i soldi!”
Smettila prima di cominciare.
Io non sono scemo, non parlo per dare fiato alla bocca.
So perfettamente quello di cui sto parlando. Nasco da una famiglia povera, ho creato un’azienda, e questa azienda è partita solo con me.
So perfettamente quello di cui sto parlando perché queste esperienze le ho vissute, non le ho lette su un libro.
Devi tenere l’orecchio teso, perché ti sto dicendo le cose che devi EVITARE visto che ci sono passato anche io.
So benissimo che all’inizio NON SI PUÓ DELEGARE.
Ovvio che all’inizio devi fare tutto e sei il capo mastro!
Devi coordinare i fornitori, parlare con il commercialista, gestire clienti che vogliono parlare solo con te perché sei il volto dell’azienda…
Insomma la giornata, già così, è piena di cose da fare!
Non sono tonto, e non voglio farti una lezione di sola teoria.
Però nella tua agenda, fra le mille cose da fare, ce n’è una che devi inserire sempre: lavorare per rimuovere, uno alla volta, questi colli di bottiglia per i quali determinate cose le puoi fare solo tu.
L’imprenditore lavora SULL’AZIENDA, non NELL’AZIENDA
A tal proposito, faccio l’esempio di McDonald’s.
- Ray Kroc, il fondatore di McDonald’s, non lavorava nel suo primo ristorante McDonald’s.
- Non preparava hamburger, non friggeva patatine, non serviva i milkshake.
- Non aveva nemmeno il suo ufficio nel ristorante, ma aveva un piccolo ufficio in una umile palazzina in fondo alla strada, dove camerieri, inservienti e gente che lavorava in cucina non poteva raggiungerlo e parlargli, tranne in caso di estrema necessità.
- Quel piccolo ufficio era la vera e propria “sede centrale” di McDonald’s. E lì non creavano hamburger, patatine o milkshake.
- In quella sede creavano… beh… creavano McDonald’s.
Cosa giusta da fare: Segnartelo → Rifletterci → Applicarlo al tuo business
Cosa sbagliata da fare: “Frank, ma in The Founder non era così! Lui faceva tutto!”
Punto primo: The Founder è un film, e come tale è finzione ed è basato su una storia vera, non è una storia vera.
Punto Secondo: Ray Kroc faceva un lavoro da operaio, e questo si vede anche nel film. Ma solo all’inizio, solo per un po’.
Il problema sussiste se tu continui a farlo per anni!
Soprattutto se parti da zero, fare il lavoro tecnico per un po’ è normale. Ma il tuo scopo principale è toglierti da lì!
Il tuo lavoro come imprenditore non è quello di erogare il tuo servizio, è quello di creare l’azienda!
Devi avere questa ossessione: TOGLIERTI DA QUEL POSTO.
L’imprenditore operaio, l’imprenditore capo tecnico, è il vero problema dell’azienda, perché così l’azienda non è scalabile.
Da un’arancia, per quanto tu possa spremerla, alla fine c’è sempre e solo un’arancia!
Sai perché non sei ricco?
Perché hai comunque sempre e solo il succo di un’arancia!
Se vuoi fare una spremuta come si deve te ne servono più di arance. Te ne serve un cesto, cioè devi avere un’azienda scalabile.
Ecco perché il primo step verso la ricchezza è accettare che devi toglierti di mezzo.
Basta essere il capo operaio, se vuoi diventare ricco.
Il mio obiettivo oggi è demolire il pilastro che hai nella mente, fatto di cazzate che ti racconti. E continuo a ribadirti che Io te lo dico perché ci sono già passato, e non è nient’altro che quello che ho fatto io.
Qualche giorno fa un tizio mi ha detto: “Visto che tu non hai creato altri Frank Merenda come te, come fai? In azienda ci devi essere sempre tu a fare formazione?”
Gli ho risposto: “Probabilmente tu non sei mai venuto in azienda da me. Noi eroghiamo una media di uno o due corsi a settimana, tutte le settimane. E io sono in azienda 0 volte.
Esiste solo un evento all’anno in cui parlo io.”
Ci sono o non ci sono, cambia poco!
Io quando ne ho voglia lo faccio il lavoro tecnico, perché mi piace farlo. Ma mi “violento” per non essere sempre protagonista sul palco.
Se avessi continuato a stare sul palco, stai certo che l’azienda non l’avrei creata!
Non ne avrei avuto il tempo!
Non è che non sono sul palco, sto in panciolle tutto il giorno. Io progetto l’azienda.
Penso a come incrementare i reparti e a mille altre cose…
La questione della pensione che dicevo qualche mese fa è un’esagerazione. Non è che sono in pensione nel senso che me ne sono andato dall’azienda.
Bob Iger non sta all’ingresso dei parchi Disney a strappare i biglietti o si veste da Topolino. E Tim Cook non sta in Cina a installare gli iPhone.
Quindi, ripetiamo insieme:
L’amministratore delegato e l’imprenditore non devono fare gli operai
Devi fare l’operaio solo perché ne hai voglia, non perché è necessario.
Riassunto: scalare il business significa togliere di mezzo tutti i colli di bottiglia creati dal: “Posso farlo solo io”.
Non ho nient’altro da dirti riguardo al primo punto.
Ma non è finita qui… andiamo avanti.
2° passo verso la ricchezza: creare le condizioni per leggere i numeri
Mettiamo caso che tu capisca di doverti togliere di mezzo.
Il punto è creare le condizioni per cui, quando ti fai da parte, le statistiche di vendita per la tua azienda continuano a salire.
Devi mettere in conto però che non sempre funziona subito, e in questo caso non devi farti prendere dal panico, se qualcosa non va come previsto.
Devi provare a cambiare una cosa per volta, controllando gli indicatori dell’andamento del tuo business.
Mi spiego meglio.
Se appena ti togli di mezzo la statistica cala, non devi andare con una forca a licenziare tutto il tuo team.
La colpa non è la loro. È tua, perché non hai insegnato loro le corrette procedure da seguire in tua assenza.
Quando una situazione non funziona, la soluzione non è rimetterti a fare tutto da solo
Devi prima creare delle procedure e poi migliorare la formazione del tuo team, se vedi che le cose non vanno bene.
Questo te lo dico perché se pensi che i tuoi collaboratori siano incompetenti, non è colpa loro. Ricordati che li hai assunti tu.
Se loro sono incompetenti, tu sei doppiamente colpevole perché hai scelto di assumere chi non rispetti.
Certo, sbagliare è normale in qualsiasi campo, e tu che sei un imprenditore sei doppiamente giustificato visto che nel 99% dei casi gli imprenditori in Italia non hanno studiato per farlo, ma sono stati o si sono buttati in mare al grido di: “Adesso nuota!”.
Ma se non sai nuotare?
Impari, certo.
Perché tu dovresti imparare a fare l’imprenditore senza studiare e solo con “l’esperienza”, mentre un medico deve per forza studiare?
Adesso tu mi devi spiegare perché accetti psicologicamente il fatto che quando uno deve fare l’imprenditore deve “nascere imparato”.
Ma che stronzate sono queste?
Ti posso assicurare che creare uno studio dentistico nel quale il dentista non mette le mani in bocca ai pazienti, ma lo gestisce e basta (quindi fa l’imprenditore e non l’operaio), è ancora più complesso.
Solo che per fare il dentista la gente è disposta a studiare, mentre per fare l’imprenditore pensa che si possa fare “a sentimento”.
Pensa che io per studiare ho presentato il mio primo Venditore Vincente in pubblico a 34 anni.
Non sto dicendo fossi vecchio, a 34 anni non si è vecchi. Ma non ero neanche un giovanissimo, come tanti che si vedono in giro adesso.
Perché ho iniziato così tardi? Perché prima ho lavorato e studiato.
Vuoi diventare ricco? Devi studiare come si fa impresa
Questo non vuol dire tenere aperta l’azienda e farla funzionare con te dentro.
A tal proposito faccio un passo indietro, e torno all’esempio di Ray Kroc che ti ho fatto prima.
Ray Kroc aveva l’ufficio fuori perché non voleva essere disturbato.
Se uno Studente di Metodo Merenda ha dei problemi con l’iscrizione ai corsi o qualsiasi altra cosa, non deve parlarne con me.
Sarebbe folle per me rispondere a tutte le richieste via mail.
Riesci a immaginarlo?
Stessa cosa succede alla Disney.
I manager non hanno gli uffici, e sai perché?
Perché se sei in ufficio le persone ti rompono le balle!
Solo andando a lavorare da un’altra parte crei le condizioni per poter tenere sotto controllo i numeri della tua azienda e hai il tempo di studiare.
Se ti dico questo, è per introdurti l’altro passo che devi fare.
3° passo verso la ricchezza: marketing e vendita sono la chiave
Il 96% delle imprese italiane non fa parte nemmeno delle PMI, ma della categoria prima: le micro imprese.
Le micro imprese sono le aziende sotto i 2 milioni di euro di fatturato e sotto i 10 dipendenti.
Il tuo competitor medio è uno che non fa neanche 2 milioni di fatturato e non ha dipendenti. Ti fa ancora così paura?
Là fuori è pieno di gente che non vuole studiare, non vuole capire e non vuole investire in marketing.
Quindi mi sono detto:
“Se io faccio marketing, faccio le scarpe a tutti! Se so fare clienti meglio di quelli che non lo vogliono capire, non lo vogliono fare, non vogliono investire soldi, è difficile che io non riesca a vincere!”
Ma ricorda: è fondamentale fare training per insegnare ai tuoi dipendenti come vendere, e non solo fare marketing,
Training costante, non solo una volta e chi si è visto si è visto!
Se un’azienda va bene senza aver studiato nulla sulla vendita, è solo per un motivo: il tuo mercato sta crescendo, quindi non dipende dalla tua bravura.
Studiare vendita porta a fare in modo che i tuoi profitti continuino a crescere, o perlomeno rimangano stabili e non crollino
Questo dipende dal fatto che grazie alle tue skill e le tue capacità di conversione, diventano più alti.
Quindi, se la situazione migliora senza aver studiato e fatto nulla, non è che sei diventato più bravo a vendere, è semplicemente perché quel mercato sta crescendo.
Studiare e fare retraining ti serve perché in realtà il tuo mercato nel corso degli anni va su e giù.
Ti faccio l’esempio del mercato immobiliare, questione molto calda da diversi anni ormai.
“L’andamento delle compravendite conferma le aspettative degli operatori, e mette in evidenza il momento attendista delle famiglie per l’acquisto delle abitazioni. Tuttavia, il rallentamento dell’inflazione e un possibile calo dei tassi di interesse nei prossimi mesi suggeriscono che il mercato residenziale potrebbe manifestare segnali di ripresa nella seconda metà del 2024. Fermo restando che la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio sarà un driver fondamentale nel prossimo futuro.”
Questo è quello che dice Marco Speretta, direttore generale del Gruppo Gabetti, in un articolo che puoi trovare qui.
Gli agenti immobiliari nel 2023 non erano diventati bravi a vendere, e poi nel primo semestre 2024 hanno perso tutte le loro qualità.
Semplicemente hanno giovato di flussi di mercato positivi, e ora soffrono per quelli negativi.
Tu, con la tua impresa, devi stare fuori da queste oscillazioni di mercato.
Se non sai fare marketing, se non sai niente della vendita e dei 3 documenti che dovresti tenere in conto per vendere, non diventerai mai ricco.
L’unica opzione che ti rimane è sposarti una miliardaria o vincere alla lotteria.
Tutto questo, comunque, non è di certo perché in Italia è difficile fare business.
Perché è così importante studiare la vendita? Perché marketing e vendita sono legate.
Se non hai mai studiato vendita, vuol dire che sei solo un gentile spiegatore di prodotti o servizi
Presenti quello che fai con la regola suprema della buona educazione e della gentilezza che ti ha insegnato la mamma (o il buon senso civico) di interagire educatamente con le altre persone?
Se vendi è perché hai davanti clienti già consapevoli di voler comprare. Come dico io, clienti “suicidati” che avevano già deciso di comprare.
Non c’è un motivo bello per cui stai campando e sopravvivendo.
Quando inizi a fare marketing, te lo dico già che queste persone non le trovi.
Quando inizi a fare marketing, non aspettarti di trovare persone che comprano senza battere ciglio
Qualunque cosa che non sia un acquisto di impulso, e che va ponderato normalmente, macina nella testa delle persone per giorni, per settimane, per mesi, o addirittura per anni.
Gli acquisti più importanti, come cambiare casa o cose del genere, non sono acquisti che si fanno sull’onda emotiva.
Se lì non hai un buon venditore, sei fregato.
Immagina le persone inserite nei blocchi di una piramide.
Come vedi, partendo dal basso:
- Ci sono le persone che non comprerebbero mai da te, quindi è inutile parlarci.
- Ci sono delle persone che non ci stanno proprio pensando.
- Ci sono quelle che ci stanno pensando, ma non stanno pensando specificatamente a te. Stanno valutando la cosa, ma non ti conoscono.
- Ci sono le persone che ci stanno pensando e sono quasi pronte a decidere, ma non sono legate a te.
- In cima ci sono le persone che si “suicidano” e comprano da te senza la tua intercessione, che nella nostra analisi non ci interessano.
Bene, allora sai cosa fa il marketing?
Il marketing scende con la canna, prende queste persone nelle parti più basse della piramide e le porta davanti a te. Arrivato lì, devi essere bravo tu a vendere
Il marketing ti porta gente dagli ultimi tre livelli, e non è affatto quella con cui sei abituato a lavorare.
Ecco perché è complicato: è gente da convincere.
Se tu fai schifo (o la tua rete vendita fa schifo), immediatamente la storia è :
- “Questi lead non sono buoni.”
- “Questi lead sono sporchi.”
- “Questi lead non sono pronti.”
Ed ecco che mi incazzo…
Il marketing fa il suo lavoro: te li mette davanti. E se tu non sai vendere, si vede esattamente qui!
Essere un catalogo umano che spiega le cose con gentilezza NON FUNZIONA
Servono dei venditori che sappiano vendere.
Ecco perché questo passo verso la ricchezza ti sottolinea l’importanza del marketing in “alleanza” con la vendita.
Facciamo adesso l’esempio dell’azienda Temakinho, che è fallita con 12 milioni di debiti, ma è stata rilevata da un altro gruppo.
Sai quali erano i commenti sulla notizia?
“Ecco vedi, in Italia non si può fare azienda perché ti ammazzano di tasse.”
E allora dimmi perché io non devo bestemmiare…
Se un’azienda fallisce perché non ha pagato 12 milioni di debiti, vuol dire che di tassa non ne ha pagate neanche una, perché le tasse si pagano sugli utili.
Questi utili di solito:
- Vengono messi in riserva.
- Vengono utilizzati per ripianare i debiti.
- Vengono distribuiti fra i soci (o l’unico socio).
Questa azienda non ha mai pagato un euro di tasse, perché se non fai gli utili non fai le tasse.
Ora, lo so che al momento forse sono degli argomenti un po’ troppo specifici per te. Ma se sei un imprenditore, questo dovrebbe essere il tuo pane quotidiano.
Se non lo è già, devi studiare.
4° passo verso la ricchezza: devi pagare i dipendenti e poi essere un buon leader
Altro punto, altra questione spinosa.
La favola più in voga negli ultimi anni è: “Frank, ma io non trovo dipendenti! I giovani non vogliono lavorare!”.
Io ho studiato e fatto tutti i corsi del mondo. Alcune cose sono stronzate, altre no.
Nella media, comunque, non sento la cosa più importante: devi pagare le persone bene, più della media e con contratti regolari.
Se non c’è questo, la gente va da altre parti.
Ovviamente, devi avere i margini per pagare le persone.
Se non hai i soldi per pagare i dipendenti, il problema è nello step precedente: il tuo marketing fa schifo, fai schifo a vendere e non conosci i tuoi numeri.
Oppure, i soldi ce li hai e fai il furbetto. Come nel caso degli altarini di Chiara Ferragni che sono usciti fuori dopo il Pandoro Gate.
Devi creare un percorso da seguire per i tuoi dipendenti, strutturato in modo che loro sappiano benissimo a quale stipendio finale possano ambire (e non deve essere una “poracciata”, altrimenti scappano ugualmente).
Se sfrutti le persone trattandole male e non pagando correttamente, impedendo loro di realizzare i loro sogni e di avere una visione progettuale del futuro come dipendenti…
Come pretendi di trovare dei dipendenti?
5° passo verso la ricchezza: smetti di essere operaio (santo cielo!)
Questo si ricollega a doppio nodo al primo passo verso la ricchezza.
Il tuo concorrente è chi non vuole fare marketing, non conosce i numeri, non vuole pagare i dipendenti e vuole stare sempre in mezzo
Tu, leggendo questo articolo, sei già a un livello superiore rispetto al suo!
Quando mi confronto con persone che non capiscono nulla di marketing, di vendita e di numeri, e che gestiscono i bilanci in modo poco trasparente, mi rendo conto che sopravvivranno solo per qualche anno, finché possono.
Ecco perché non devi temerle queste persone (i tuoi concorrenti), perché non hanno una reale ambizione né la volontà di studiare come affrontare il mercato.
Non è necessario preoccuparsi di questi incompetenti.
Ripeto:
Il messaggio che voglio lanciare è che non devi temere i tuoi concorrenti mediocri che non sanno nulla di marketing, vendita e numeri
Loro sfruttano le persone e vogliono rimanere al loro posto, ma non sanno come si fa realmente impresa.
Non hanno una vera azienda, e fra un anno tu sarai cresciuto del 30%, mentre loro saranno ancora nelle loro camerette a fare video senza alcuna sostanza!
Se vuoi diventare ricco devi imparare a creare regole e procedure, poi devi rispettarle e farle rispettare.
Spesso infatti il problema sono le persone interne all’azienda, specie nel caso di familiari o tecnici che pretendono di fare come vogliono.
Per diventare ricco, devi rimuovere queste persone negative e demotivanti dall’azienda.
È un processo che richiede tempo, ma è fondamentale per far crescere l’azienda e ottenere la libertà finanziaria.
Ecco spiegato come diventare ricchi. Non dall’oggi al domani, ma con studio e costanza.
Sei pronto a ruggire e a essere la voce fuori dal coro, guardando dall’alto verso il basso i tuoi concorrenti e sfilando loro i clienti a uno a uno?
Ci vediamo al prossimo articolo.
Rock ‘n’ Roll!
Frank