Come trasformare la tua azienda, il tuo prodotto o il tuo servizio in una calamita per clienti altospendenti pronti a comprare (quasi) a comando
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Marketing First: l’azienda va progettata partendo dal marketing, non dalla produzione; occorre costruire un’offerta diversa dalla “versione base” presente sul mercato.
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Pricing = scelta imprenditoriale (non solo contabile)
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Prezzo, costi e margini sono numeri indispensabili, ma la decisione finale è psicologica.
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L’ostacolo principale è la paura dell’imprenditore, non la sensibilità del cliente.
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Guerra al ribasso = suicidio
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Ridurre i prezzi erode margini e cassa.
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Compensare con pagamenti dilazionati o “servizi inclusi” senza valore percepito produce solo ulteriori perdite.
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Il falso mito della commodity
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Non esistono prodotti davvero indifferenziati: in ogni categoria c’è una “piramide” di offerte dal basso al super‑premium.
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Se si vuole restare sulla base della piramide, va aggiunto un servizio superiore (es. consegna, disponibilità immediata).
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Prezzo situazionale e valore percepito
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Esempio pneumatico: lo stesso prodotto vale 3‑4 volte tanto quando serve immediatamente in autostrada.
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Il cliente paga la continuità del proprio business/vita, non la gomma.
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Strategia premium
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Costruire pacchetti VIP nascosti o “fuori menù” per i clienti altospendenti.
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Target: persone che pagano per evitare problemi e vivere un’esperienza impeccabile.
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Regole operative
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Se hai dubbi, raddoppia (o aggiungi uno zero): il prezzo alto è anche scudo contro i competitor low‑cost e le big company.
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Investi il margine extra in pre‑vendita, assistenza e post‑vendita di livello superiore.
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Chi non accetta il nuovo prezzo non è il tuo cliente; concentra marketing e risorse su chi apprezza l’esperienza.
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Strategie Di Marketing Avanzate Per Alzare I Prezzi E Conquistare Clienti Di Fascia Alta
Da dodici anni ripeto la stessa solfa.
Un’impresa che nasce “production‑first” è destinata a entrare in guerra sul prezzo: un conflitto che perde sempre chi ha meno capitali.
L’alternativa è semplice da dire, difficile da accettare: progettare tutto – prodotti, servizi, processi – con il marketing come bussola.
Significa decidere da subito quale nicchia desideriamo servire, quale esperienza esclusiva siamo in grado di offrirle e quanto quel valore meriti di essere pagato.
Il prezzo non è un calcolo: è una decisione
Che i numeri contino è ovvio: costi fissi, variabili, flussi di cassa.
Ma il foglio di calcolo arriva alla fine.
Prima c’è il momento in cui l’imprenditore, guardandosi allo specchio, sceglie quanta fiducia ha nella propria proposta.
Perché il prezzo massimo che il mercato è disposto a pagare coincide con il prezzo massimo che riusciamo a pronunciare senza tremare.
Se la voce trema, il cliente lo sente.
Perché la strategia del “faccio lo stesso a meno” non funziona
In Italia – ma non solo – la “strategia” più diffusa quando si esce da un’azienda per aprirne un’altra è copiare esattamente il vecchio prodotto, aggiungere magari un servizio marginale e chiedere qualche euro in meno.
È una scorciatoia che sembra sicura e invece scava la fossa al conto economico: margini sottili, cassa sempre in apnea, impossibilità di finanziare assistenza e innovazione.
Smontare il mito della commodity
Quante volte abbiamo sentito la scusa: “Il mio prodotto è una commodity, non posso alzare i prezzi”?
Eppure esistono sali da un euro e sali da ottanta euro; pomodori da un euro al chilo e pomodori da duecento.
La differenza non è chimica, è di posizionamento.
Se proprio vogliamo continuare a vendere la versione base, dobbiamo almeno costruirle intorno un servizio che la renda desiderabile: disponibilità continua, consegna rapidissima, assistenza personale.
Prezzo e valore: la lezione della gomma forata
Immaginate di forare in autostrada sotto un acquazzone.
Quanto vale, in quel momento, una gomma nuova montata in venti minuti?
Il triplo del listino, forse il quadruplo.
Non state comprando caucciù: state comprando la possibilità di arrivare in orario a un appuntamento decisivo.
Il prezzo diventa situazionale, agganciato non al costo, ma alle conseguenze di non avere subito quella soluzione.
“Se hai dubbi, raddoppia”
Raddoppiare (o aggiungere uno zero) non è un vezzo da guru: è il modo più rapido per scoprire fino a che punto il mercato riconosce il nostro vantaggio competitivo.
Scopriremo due cose.
Primo: molti clienti non batteranno ciglio, perché vivono il prezzo come assicurazione contro le seccature.
Secondo: chi protesta non era comunque il nostro cliente ideale; ci avrebbe chiesto sconti, tempo, energie e avrebbe parlato solo di costi.
Investire il margine in un’esperienza superiore
Alzare i prezzi non è “rubare” al cliente, è finanziarne l’esperienza.
Con il margine extra possiamo permetterci pre‑vendita personalizzata, consegne flessibili, assistenza che risolve davvero i problemi.
Senza margine l’azienda corre, ma con il fiato corto: ogni sostituzione in garanzia diventa un danno, ogni telefonata post‑vendita un costo insostenibile.
La difesa contro i giganti e gli sprovveduti
Un listino alto è anche un muro contro due nemici opposti: il colosso internazionale che può giocare sul volume e il concorrente locale che si autodistrugge tagliando i prezzi.
I clienti disposti a pagare per l’esperienza – famiglie abbienti, professionisti, imprenditori – sono meno sensibili al prezzo e più alla continuità del servizio.
Chi li serve bene diventa un punto fermo difficile da scalzare.
Prodotti e servizi “fuori menù”
Volete una strategia avanzata?
Create versioni VIP del vostro prodotto, ma non esponetele in vetrina.
Lasciate che circoli la voce: “Lo fanno solo per Tizio, per Caio, per quell’imprenditore famoso”.
L’effetto aspirazionale è immediato.
Se il vostro costo raddoppia, il prezzo deve moltiplicarsi per dieci.
La price‑elasticity su questi segmenti è sorprendente: state vendendo status, tranquillità, esclusività – mai un semplice bene.
Il vero nemico è la paura
Possiamo parlare di controllo di gestione, piramidi di prodotto, customer journey; alla fine tutto si riduce a una scelta: vogliamo essere “tabaccai” che rivendono ciò che altri producono, o vogliamo costruire un’organizzazione capace di creare valore unico e farselo pagare?
Se scegliamo la seconda strada, occorre scrollarsi di dosso il complesso da “fifone” – lo si fa il giorno in cui si decide, carta e penna alla mano, che il prossimo preventivo uscirà con un prezzo più alto.
Il primo cliente che dice: “Va bene” cambierà per sempre la percezione del possibile.
Il pricing non è l’ultima casella da riempire: è il pilastro su cui si fonda tutta l’impresa, dal posizionamento alla qualità del servizio.
Tenere i listini bassi significa auto‑condannarsi a una vita di rincorse e di clienti che fuggono al primo sconto fatto dalla concorrenza.
Alzare il prezzo, invece, ci obbliga a migliorare, seleziona clienti migliori e libera le risorse per mantenerli felici.
In altre parole: il prezzo che scegliamo racconta quanto crediamo davvero nel valore che offriamo.
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Alla prossima!
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