Terapia d’Urto per la tua Azienda in 11 Lezioni di Marketing

Vorrei che tu ti prendessi il tempo necessario per leggere questo articolo, nel quale ho deciso di riassumere i concetti più importanti che devi conoscere se vuoi diventare un imprenditore capace di governare la sua azienda attraverso gli impetuosi mari del mercato, navigare tra le crisi e vincere le battaglie contro la concorrenza.

Studialo con attenzione, poi torna a studiarlo una volta al mese per il prossimo anno. Fosse l’unico materiale di marketing che tu dovessi mai studiare in vita tua, sarebbe sufficiente a migliorare e di molto i tuoi risultati attuali, a prescindere da quanto tu pensi di essere capace o preparato nel marketing e nel promuovere i tuoi prodotti o servizi.

Ogni volta che tornerai a leggere questo vero e proprio corso modello “terapia d’urto” rimarrai sorpreso dallo scoprire che avrai imparato cose nuove e utili ogni volta, che potrai applicare immediatamente per ottenere più vendite e più risultati.

Lezione n°1: I clienti sono interessati solo a loro stessi, non a te, non ai tuoi prodotti, non alla tua azienda.

Il tuo marketing è ancora all’età della pietra? È una specie di catalogo che spiega le caratteristiche tecniche di ciò che vendi? Magari con belle foto e didascalie? I tuoi venditori sono o tu stesso quando vendi sei un noiosissimo “spiegatore tecnico” di ciò che sapete fare? Sei orgogliosissimo di raccontare ai clienti la storia della vita della tua azienda? Non vedi l’ora di mostrare le foto del capannone in bella mostra sul tuo sito?

Ecco, crisi o non crisi, virus o batteri, malaria o pioggia delle rane, invasioni delle cavallette, hai un problema enorme. E sei tu.

O il tuo marketing comincia a parlare ai clienti dei loro problemi e desideri e la smette di parlare della tua azienda e dei tuoi prodotti, oppure sarà molto difficile riuscire a ottenere risultati rilevanti nel medio periodo.

Tutta la tua azienda, dal primo all’ultimo dei tuo collaboratori, deve essere educato alla comprensione che l’unico scopo della tua azienda è quello di servire i clienti. Non servono corsi particolari. Non ti serve andare a Disneyland. Ti basta andare in Liguria o in Sardegna e fare il contrario del negoziante, del barista o del ristoratore medio.

Tieni presente questa regola e cerca ogni possibile segnale di “Liguria” all’interno della tua azienda. E fai in modo di rimuoverlo il più velocemente possibile.

Ricorda:

  • Niente “Il mio fandashtico prodott’…”
  • Niente “La grande qualità della noshtr’ azziend’…”
  • Niente “Liguria”

Rimuovi costantemente questi veri e propri respingenti di clientela dalla tua azienda su base quotidiana. Leggi e rileggi ogni pezzo di marketing. Assisti alle trattative dei tuoi venditori. Procurati degli adesivi della Liguria e gira per l’azienda attaccandoli sulla schiena di ogni collaboratore, su ogni scrivania, in ogni anfratto dove noti che ci sia un orientamento al cliente meno che ottimale.

Tempo una settimana e la tua azienda sarà estremamente più produttiva di prima.

Lezione n°2: Una piccola parte della tua lista clienti è quella che ti produce la maggioranza dei profitti

I tuoi clienti non sono tutti uguali. Trattarli tutti allo stesso modo è la più grande forma di ingiustizia che tu possa fare loro.

Questo non significa che tu debba avere dei clienti che tratti “male”. Tutti i clienti vanno trattati secondo quelli che sono gli standard di customer experience che avrai settato per la tua azienda. Ma c’è una lista di clienti per i quali devi essere conscio e consapevole dell’importanza di fare quel passo in più, quel gesto in più, quell’accortezza in più.

Se hai una mentalità orientata all’eguaglianza dei popoli, un mondo equosolidale, la pace nel mondo ecc… va benissimo a livello personale ma devi immediatamente rimuovere quel format mentale quando pensi alla tua azienda, al tuo marketing e ai tuoi clienti.

Ma partiamo dalla base:

  • Hai identificato i “pesci grossi” nella tua lista clienti? Quei clienti che spendono di più degli altri, con maggiore frequenza e maggiore piacere?
  • Comunichi con loro in maniera differente e separata rispetto a tutti gli altri clienti?
  • Comunichi con loro con una maggiore frequenza?
  • Ti ricordi di ringraziarli e di apprezzare apertamente il fatto che siano tuoi clienti?
  • Hai dato loro l’opportunità di diventare clienti VIP della tua azienda, in modo da accedere a un club speciale con vantaggi speciali?
  • Quando fai campagne per cercare nuovi clienti, vai a casaccio o cerchi di targetizzare altri “pesci grossi” di proposito?

Spero ti sia evidente il motivo per il quale “trattare tutti allo stesso modo” da imprenditore sia una idiozia. Primo, non sei in lizza per il Nobel per la pace, nè sei un rappresentante dell’ONU per i diritti umani.

Secondariamente, come azienda non hai risorse infinite. Non sei Amazon, né Apple. Quindi devi decidere quanto puoi investire per attrarre, mantenere e coccolare i clienti migliori per evitare che smettano di comprare da te e vadano dalla concorrenza.

Non hai quel budget per “tutti” i tuoi clienti, ma ne puoi allocare sicuramente uno per quella lista di clienti speciali, per i quali puoi spingerti oltre.

Avere un budget identico per tutti i clienti è una idiozia. Forse oggi non lo capisci perché sei ancora acerbo di marketing e di numeri. Quando tornerai a leggere questo articolo fra qualche mese, capirai quello che stavo cercando di spiegarti. Non temere.

Lezione n°3: Scopri perché i clienti comprano da te

La maggior parte degli imprenditori e in generale delle partite iva italiane, rispecchia la mentalità generale del Paese che da sempre è una mentalità collettivista-socialista-statalista.

Questo significa che innanzitutto gli imprenditori stessi non vedono di buon occhio la concorrenza. O meglio, sono concordi quando sono loro a dover entrare sul mercato ma cercando di riunirsi in associazioni, lobby ecc… per far in modo di creare barriere di protezionismo intorno al loro orticello.

Esiste una mentalità pervicace per la quale se io apro una p.iva abbia “diritto” ai clienti. Non vi è nessuna riflessione sul fatto che i clienti premiano il fatto che tu sappia dare più valore rispetto alla concorrenza.

Sarebbe meglio che lo Stato limitasse le licenze ad esempio, perché così quando apro nella mia zona, sono sicuro che i clienti di quella zona anche solo per comodità debbano venire da me. Ma se io apro un bar e lo Stato permette al primo che passa di aprirne uno di fronte al mio dall’altro lato della strada, allora costui si starà prendendo una fetta della mia torta.

Se i clienti comunque non arrivano, non sono io che non sto offrendo qualcosa che i clienti vogliano comprare. Secondo la p.iva collettivista-statalista è lo Stato che “deve fare qualcosa” per stimolare l’economia. Perché se la gente ha più soldi in tasca, allora verrà a spendere anche da me. (Ti do un informazione, se la gente ha più soldi in tasca non diventa idiota. Andrà a spendere più soldi dal concorrente più capace di te. Fine.)

Detto in termini più semplici possibili: il decidere di mettersi in proprio con una partita iva non dà nessun diritto. Ma zero. Non esistono i “clienti di cittadinanza”. A meno che tu non voglia fare il lobbysta come i tassisti e impedire l’arrivo della concorrenza migliore di te per legge. Avviso anche ai tassisti: non potete fermare il progresso per sempre.

Le persone comprano solo per due motivi:

  • Per sentirsi meglio riguardo a sé stessi
  • Per risolvere un problema

Ora fatti queste due domande:

  1. Quando vendi un prodotto che deve far sentire le persone migliori riguardo a sé stesse, il tuo marketing è creato in modo da far sentire le persone meglio dopo che avranno deciso di comprare? Suggerisce in maniera chiara quell’idea?
  2. Se vendi un prodotto che risolve un problema, ti ricordi di rendere vivido quel problema prima di presentare la tua soluzione e poi mostrare al cliente quanto vale la tua soluzione per lui in termini di risparmio di denaro, di tempo, di salute, di grattacapi, di ansie, di preoccupazioni, ecc…?

Ora fatti anche questa domanda, che dovrebbe andare prima delle altre due:

  • Il tuo prodotto serve a sentirsi meglio o a risolvere un problema? Es: Il tuo ristorante risolve il problema della fame, modello tavola calda per camionisti o serve a far sentire meglio riguardo a sé stessi le persone che ti scelgono, come fosse un luogo speciale? Se non capisci questo, il tuo marketing non farà effetto e sarà incoerente con la tua realtà aziendale.

Lezione n°4: Non basta essere bravo. Devi essere migliore della concorrenza.

La prima legge del posizionamento recita: “Nel mercato è meglio essere i primi che i migliori”, e per la scuola Metodo Merenda “Primo, non migliore” è un mantra.

Quindi non voglio farti confusione. Quando uso il concetto di migliore in questa lezione, lo faccio in senso assolutamente relativo. Ora mi spiego.

Quanto tu sia bravo a fare il tuo lavoro come professionista o quanto siano buoni i tuoi prodotti o ottimi i tuoi servizi sono informazioni irrilevanti se non paragonate con la concorrenza diretta. Puoi essere bravo quanto vuoi, ma se non sei meglio della tua concorrenza diretta, sei fregato.

Ti faccio un esempio semplice per capirsi: La migliore pizzeria di Como sono certo che faccia ottimi affari, grazie alla buona pizza e alla fama che si è creata nel corso degli anni.

Problema: La stessa pizzeria se la spostassimo a Napoli, probabilmente fallirebbe. Perché in campo “pizza”, ciò che è il non plus ultra a Como probabilmente è un disco di cartone pressato nella patria stessa della pizza.

Vale per ogni altro modello di business. Magari sei un dentista molto bravo ma fai fatica a emergere e a farti una clientela a Vicenza. Perché a Vicenza ci sono già dentisti molto bravi e famosi e non c’è spazio per te. Se ti trasferissi magari in un paesino in provincia di Rovigo, invece in poco tempo saresti “il Re dei dentisti” della zona.

Non avresti cambiato nulla della tua attività, né sei diventato più bravo come professionista, ma il contesto differente in un luogo di permette di emergere, in un altro no.

Ora, per chiarirsi, quando parlo di “essere migliore” non parlo delle competenze tecniche e di concetti astratti come “qualità” del prodotto o del servizio ecc…

Facendo riferimento alla nostra scuola, parlo in primis di capacità di marketing, di customer experience e di competenza nel leggere i numeri della tua attività.

Queste sono le tre aree fondamentali con le quali puoi diventare “migliore” di chiunque nel medio periodo, con tanto studio e tanta applicazione. Se i margini tecnici per diventare “migliore tecnicamente” nella tua attività sono limitati, i margini per eccellere come imprenditore sono infiniti.

Guarda cosa fanno i tuoi concorrenti diretti e sforzati di diventare ogni giorno migliore di loro.

Ricorda: Non bravo. Migliore.

Lezione n° 5: Il modo migliore per trovare nuovi clienti è il marketing a risposta diretta

Se stai ancora appoggiandoti alla “vetrina su strada”, se affidi il futuro della tua azienda ai rappresentanti, se speri nel “passaparola”, se insisti con le telefonate a freddo o con il suonare campanelli, se spendi soldi in pubblicità per “far conoscere la tua azienda” o per mandare visitatori al tuo sito, stai perdendo il treno più importante della tua vita.

Hai bisogno di supportare le vendite e i tuoi venditori se ne hai, con azioni di marketing tracciabili, misurabili e dal ritorno immediato.

Devi avere 24 ore su 24 dei sistemi accesi, che funzionano anche quando dormi, che non si ammalano, che non scioperano, che non vanno in ferie, che non si iscrivono ai sindacati, che lavorino per te come soldatini nella battaglia per conquistare nuovi clienti.

Devi avere delle vere e proprie “calamite” che attirino continuamente clienti in target e non solo quando sei “aperto”. Anche la notte. Anche quando sei in ferie. Anche quando non lavori.

Devi avere un esercito di soldati là fuori che spieghi costantemente ai tuoi clienti:

“Perché devono comprare da te, invece che comprare da chiunque altro dei tuoi concorrenti, invece che non fare proprio nulla e tenersi i soldi in tasca. E soprattutto, perché dovrebbero farlo ora e non domani.”

E non basta una sola “calamita attira clienti”. Te ne servono tante. Te ne servono online e offline. Devi imparare a sfruttare tutti i canali possibili per attirare nuovi clienti, evitando di fossilizzarti su quelle cose note e stranote che puzzano di marcio utilizzate da tutti i tuoi concorrenti nel tuo settore.

Se sei un pescatore il modo migliore di essere certo di non tornare a casa a mani vuote è innanzitutto buttare più lenze in acqua.

A parità di abilità di pesca…a parità di esca adatta e succulenta, il pescatore che lancia dieci lenze in acqua avrà certamente più possibilità di tornare a casa con la cena rispetto a quello che ne butta in acqua solo una.

Capito mio piccolo pescatore, grandi orecchie a sventola e sorriso di sole?

Bravo.

Lezione n°6: Tratta le lamentele dei tuoi clienti come se fossero oro

Prima scherzavo sui Liguri e sui Sardi come esempio di persone refrattarie all’imprenditoria. Ovviamente dietro ogni scherzo c’è un fondo di verità che voglio condividere con te.

Al ligure e al sardo, diciamocelo chiaramente senza problemi, stai sui coglioni. Sei andato a invadere “la sua terra” e quindi è lui che si sente quello che “ti sta facendo un piacere” a servirti.

Se per caso provi a lamentarti di qualcosa, queste persone la prendono sul personale pensando che tu voglia mancare loro di rispetto o più prosaicamente “rompergli i coglioni” e se possibile ti maltrattano ancora di più e ti maledicono pure.

Ecco, la lezione semplice è solo una: “Fai il contrario”. Stop.

Dovresti stimolare costantemente i feedback dei clienti. Dovresti eseguire sondaggi a volontà e fare in modo che i clienti ti giudichino di continuo per ciò che fai. Ascoltare complimenti innanziutto fa morale, ma ascoltare eventuali lamentele è ancora più importante.

Questo perché ti permette di sistemare cosa non va della tua azienda per evitare che la gente non te lo dica ma poi smetta di venire da te per andare dai tuoi concorrenti.

Secondariamente perché i feedback dei clienti, anche quelli negativi, ti permettono non solo di migliorare ciò che vendi e come lo vendi, ma soprattutto perché ti permette di migliorare il tuo marketing e il tuo copy.

Se non tratti i clienti con rispetto e non sei in grado di apprezzare i loro feedback, non potrai mai costruire un’azienda grande e prospera.

Domanda: Cosa stai facendo per chiedere feedback utile alla tua crescita alla tua clientela?

Lezione n° 7: Evita i “vicoli ciechi” di vendita.

Teoricamente non dovrebbero esserci limiti al numero di prodotti o servizi che puoi vendere ai tuoi clienti. Sempre nei limiti del tuo focus e del tuo posizionamento.

Ma per ogni cliente che compra il tuo front-end A, dovresti essere organizzato per fargli un upselling vendendogli la versione di lusso, più completa, più costosa, più lussuosa A++.

Dal 5 al 20% della tua clientela comprerà la versione A++ del tuo prodotto base, se gliela proporrai.

Poi dovrai essere in grado di proporre altri prodotti o servizi in cross-selling.

Chi ha comprato A, che abbia upgradato ad A++ o meno, deve essere spinto a comprare anche B e poi C.

A–>A++–>B–>C

Questo è il formato minimo che dovrebbe avere la tua azienda per generare profitti.

Ogni anno dovresti darti come obiettivo quello di provare ad aggiungere o un prodotto o un servizio nuovo come cross-selling, o una versione VIP di uno dei tuoi prodotti. E scartare ciò che invece non ha funzionato l’anno precedente.

Buttare fuori cavalli perdenti e aggiungere cavalli vincenti, questa è la strada per il successo.

Lezione n°8: Approfitta di un programma di continuità automatica

Tutti coloro che hanno un business ricorsivo, dovrebbero “forzare” i propri clienti all’interno di un programma di abbonamento automatico. Ormai lo fa anche Amazon, non è più fantascienza o “americanate”. Compri le lamette da barba e ti chiede se vuoi che ti spedisca le stesse lamette tutti i mesi e in che quantità. Vale per un sacco di prodotti.

È anche il modo con il quale aziende come Dollar Shave Club sono diventate multimilionarie nonostante la presenza nella GDO di concorrenti apparentemente inscalzabili. Invece che differenziare il loro brand sul prodotto, si sono differenziati per canale distributivo.

L’inerzia è una forza molto potente nel business. Quando le persone per abitudine ricevono il tuo prodotto consegnato puntualmente, non vagheranno con la mente per cercarne altri o per sostituirti. Sfrutta l’inerzia e crea un abbonamento che renda il tuo flusso di cassa prevedibile e solido.

Lezione n°9: Quale parte di “Essere differente” non hai ancora capito?

Non so come spiegartelo ma finché sarai “L’ennesimo (nome del tuo settore) che vende (nome del tuo prodotto-servizio)” non andrai da nessuna parte.

Essere la copia, della copia, della copia per morire diluito in un mondo di ugualoidi ha davvero poco senso al giorno d’oggi. L’unica strada che hai é quella di essere completamente diverso e di avere un posizionamento unico e particolar rispetto a tutti i tuoi concorrenti.

Per te differenziarti deve essere una vera e propria malattia. Esattamente come l’anosmia di Ben Cohen, cofondatore della catena di gelaterie Ben & Jerry in USA.

La storia di Ben & Jerry è semplice quanto geniale. Due amici squattrinati e incapaci di farsi assumere da qualcuno, decidono di mettersi in proprio insieme. Volevano aprire un negozio di ciambelle ma l’attrezzatura costava troppo e allora decisero di buttarsi sul più economico ice cream (il gelato all’americana).

Dato che nessuno dei due sapeva nulla di gelato, si divisero i compiti. Jerry Greenfield avrebbe formulato il gelato e Ben lo avrebbe assaggiato e approvato prima di metterlo in vendita.

Però ci fu subito un problema. Ogni gusto che Jerry portava a Ben sembrava non andare mai bene. Ben gli diceva che “non sentiva abbastanza sapore” e gli intimava di metterci più materia prima, più zucchero, più esaltatori di sapidità.

Jerry seguì le direttive di Ben che continuava a dirgli di “non sentire il gusto”, di “non sentire il sapore” e caricò il gelato al limite del possibile.

Quando la situazione si fece quasi insostebile, Jerry approfondì la situazione e si scoprì che Ben a sua insaputa soffriva di anosmia, una condizione per la quale non si è in grado di percepire i gusti al palato. Quindi il gelato ormai era tarato per una bocca incapace di percepire i gusti ed era così “carico” che probabilmente avrebbe “disturbato” i palati abituati a gusti meno forti.

Ma dato che ormai il gelato era stato prodotto bisognava provare a venderlo, dato che i soldi scarseggiavano. Sai cosa emerse?

Emerse che quel gelato così “gustoso” e così carico di sapori piaceva immensamente ai bambini, proprio perché molto più dolce e saporito di qualunque cosa avessero mai provato prima. E Ben & Jerry divenne un successo mondiale.

Ora, immagino che alla media degli italiani l’ice cream di Ben & Jerry risulterebbe abbastanza disgustoso o quantomeno troppo “forte” perché veramente troppo dolce e lontano dai gusti del nostro gelato.

Ma c’è chi ne ha “replicato” la formula seppur non in maniera incidentale e creando dei gusti unici e straordinari. Ti parlo della catena Don Peppinu – il gelato orginale siciliano #1 in Italia-.

Peppe, seguendo le regole imparate dal nonno, formula il gelato con il doppio della panna rispetto alle formulazioni tradizionali italiane e arriva a mettere quantità enormi di materie prime pregiate, molto oltre gli standard di settore (spesso ormai a base di polverine e ben lontane dall’artigianalità siciliana difesa da Don Peppinu).

Il risultato è un gelato con un sapore unico e straordinario, imparagonabile a qualunque altra cosa. Solo che invece di essere dolce verso il disgustoso alla Ben & Jerry è qualcosa di incredibilmente buono.

Non perdere mai la voglia di essere straordinario e completamente diverso dalla concorrenza.

Lezione n° 10:  Reciprocità

Uno dei principi isolati da Cialdini nel suo testo “Le Armi della Persuasione” è la reciprocità. In sintesi se saprai fornire qualcosa di gratuito ai tuoi potenziali clienti starai facendo un grande passo avanti nel costruire un rapporto di fiducia e profittevole nel lungo periodo.

La reciprocità è una delle armi fondamentali quando stai costruendo il tuo front-end.

Mettendoti nella condizione di dare prima di ricevere, starai comunicando ai tuoi potenziali clienti che fare affari con te è sicuro e non rischioso. E se diversamente da tutti i tuoi concorrenti ti dimostri disposto a dare prima di ricevere, stai tranquillo che potrai aspettarti una lunga lista di clienti fedeli per lungo tempo in cambio.

Lezione 11: Ottimizza il Lifetime Value di ogni cliente

Dato che siamo ormai arrivati a capire che i clienti non li porta più la cicogna come fino agli anni 90 della “Milano  da bere” (beh prima di Tangentopoli almeno) e che quindi ogni lead costa, sarebbe il caso di cercare di ottimizzare il margine netto totale di ogni cliente.

Per chi non avesse mai sentito questo concetto prima, si tratta di calcolare in termini di margini quanto un cliente “vale” per la mia azienda se consideriamo tutto il suo ciclo di vita con me.

Esempio banale:

Un cliente rimane con me per 3 anni. Compra merce in maniera ricorsiva da me 5 volte all’anno dalle quali ogni volta ricavo 100€ di margine netto. Questo significa che il cliente per me ha un lifetime value medio di 1500€ (sempre di margine e non di fatturato).

Il modo migliore per incrementare il lifetime value di un cliente è innanzitutto non darlo per scontato. Come abbiamo già detto c’è una fetta di clientela che va messa all’interno di una cerchia VIP. Ma in generale, anche coloro che non diventano mai VIP o che non entrano mai in un programma di continuità possono essere clienti portati a esprimere il massimo del loro valore potenziale.

Non avere paura di fare nuove offerte. Non avere remore nel parlare con entusiasmo ai tuoi clienti delle novità della tua azienda, che hai implementato per aiutarli a risolvere un problema o a sentirsi meglio con sè stessi.

Ricordati che se non tiri in porta non potrai mai segnare e se non segni la partita non si vince. Anche i migliori calciatori del mondo segnano una volta ogni 3-4 occasioni da goal limpide. Solo chi non tira non sbaglia mai.

Affidarsi a strategie a freddo ancora oggi danneggia il rapporto con i tuoi clienti. Andare avanti con telemarketing a freddo, spam, suonate di campanelli è un ottimo modo per infastidire i clienti e far loro desiderare di passare alla concorrenza.

Non a caso, il fatto di dover suonare dei campanelli e lavorare per aziende che avevano come unico strumento di acquisizione clienti telefonate a freddo dalle Pagine Gialle è quello che mi ha sempre fatto venire il disgusto per il lavoro da venditore. Ed è anche il motivo per il quale mi sono lanciato in una vita di ricerca per creare Metodo Merenda.

Sviluppa una strategia di marketing basata su robusto copy a base di informazioni, benefici e risoluzione dei problemi per i potenziali clienti e assicurerai a te e alla tua azienda un futuro ricco e prospero senza tutti i danni causati dalle meccaniche obsolete per generare clienti.

Ricordati di enfatizzare sempre una cultura centrata sull’essere migliore della concorrenza nel risolvere un problema specifico e/o realizzare un desiderio del cliente.

Essere molto bravo non basta. Devi essere migliore degli altri.

Rock n’ Roll

Frank

16 Commenti. Nuovo commento

  • Grazie, Frank!!
    Oggi ho scritto il riassunto del tuo post…
    Cinque ore di piacevolissimo studio di una materia di cui si ancora molto poco.

    Rispondi
  • ciao Frank, grazie per questo articolo fantastico, sto studiando i tuoi materiali gratuiti, ho letto vendere fa schifo e ora comprerò gli altri libri, ho una domanda ho guardato il sito di don peppinu e non capisco ha tantissimi gusti di gelati e non capisco dove sia il focus, avere tanti gusti non rientra in una estensione di linea? Ti ringrazio per tutto.

    Rispondi
    • Ciao Angelo, no avere tanti gusti non ha NULLA a che vedere con l’estensione di linea. Chi mai andrebbe in una gelateria che vende solo Crema o solo Stracciatella? 🙂 Sarebbe estensione di linea se fosse il classico “Bar Gelateria Tavola calda” ad esempio, che trovi in tutta Italia.

      Il focus di Don Peppinu è nella lavorazione e negli ingredienti che creano il gelato siciliano, che è diverso dal gelato “italiano” standard che compri in qualunque gelateria. È proprio una nuova categoria.

      Rispondi
  • Giancarlo Fornei
    Maggio 14, 2020 1:39 pm

    Ciao Frank, intanto complimenti. Da molti anni lavoro sul mio posizionamento ma sono assolutamente certo che posso ancora migliorare e, dunque, spazio alla lettura dei tuoi libri. Ho appena acquistato “Il Marketing fa schifo… se lo studi all’Università” e non vedo l’ora di leggerlo. Ti farò sapere cosa ne penso…

    Rispondi
  • Massimiliano Berti
    Luglio 2, 2021 9:26 am

    Grande Frank, potresti darmi un consiglio su come trovare il mio posizionamento? ho un agenzia immobiliare e ho studiato parecchi materiali (Rice e Trout etc) ma non ho ancora trovato il mio posizionamento per poter essere percepito il migliore agente immobiliare (non posso ne’ essere lo specialista che vende solo ville,ne’ lo specialista che vende solo seconde case etc etc).
    Sto pensando a differenziarmi mettendo il focus ad esempio sulla garanzia del tipo:
    “ti vendo la casa in meno di 90 gg senno’ mi paghi meta’ provvigione” ma noto che questo lo fanno gia’ in molti e cmq non e’ molto posizionante
    Oppure potrei trovare il METODO PER VENDERE CASA con il sistema BERTI (e farlo mio cosi non mi possono copiare).
    Un altra cosa che ho pensato e’ il porre delle barriere e dei filtri per “tirarmela” ed essere percepito il piu inarrivabile ma poi all atto pratico non so mettere giu questa idea
    Cosa ne pensi? grazie!

    Rispondi
    • Frank Merenda
      Luglio 5, 2021 8:26 am

      Ciao Massimiliano, intanto complimenti per l’impegno e per lo studio che dedichi ad una materia così fondamentale quale è il posizionamento.

      Un’analisi come quella che chiedi è impossibile da fare via blog perché richiederebbe uno studio dettagliato della tua situazione e del tuo mercato di riferimento.
      Posso però darti qualche consiglio per non perderti nelle maglie intricate del posizionamento.

      Per prima cosa, considera che quello dell’agente immobiliare è un lavoro geolocalizzato, perciò quando vai ad analizzare la concorrenza non devi tenere conto dell’Italia intera ma solo della stretta zona di interesse in cui operi. Se a 1000 chilometri da te qualcuno usa il tuo stesso posizionamento, non è un problema urgente.

      Alcune delle opzioni che hai elencato sono valide, altre un po’ meno, ma il modo migliore che hai per capire quale di queste può funzionare nel tuo caso, è testarla con i tuoi clienti e vedere come risponde il mercato.

      Infine, visto che non hai paura di studiare, ti consiglio di dare un’occhiata a Brand Vendita. Lo trovi gratuitamente a questo indirizzo ==> https://brandvendita.com/

      Nel caso in cui tu lo abbia già visto, un ripasso è d’obbligo 😉

      Non mollare!

      Rispondi
  • Ciao Frank, la durevolezza del prodotto, specie se dimostrata con test specifici e certificati di qualità (rilasciati da istituti indipendenti) può essere l’idea differenziante, o il focus, di un prodotto private label ad alto costo? “Dura di più perchè, rispetto agli altri, è fatto così, così e così”, potrebbe essere la giusta strategia per inserire il mio prodotto sul mercato, non creando una nicchia o una nuova categoria, ma riposizionando la concorrenza? Grazie mille!

    Rispondi
    • Frank Merenda
      Giugno 17, 2022 4:05 pm

      Ciao Fabio, per darti una risposta completa dovrei conoscere ovviamente il tuo settore e fare un’analisi completa.

      Ma intanto ti posso certamente dire che avere un elemento differenziante che spieghi ai clienti perché dovrebbero comprare da te invece che dalla concorrenza è un ottimo inizio. E la durevolezza può sicuramente essere quell’elemento.

      Rispondi
  • Buonasera Frank, sono Naide mi occupo di benessere cute e capelli anche se in realtà non ho un vero e proprio posizionamento, inoltre lavoro da sola…ho scelto da due anni di occuparmi più di questo nel mio settore, la cura dei capelli. Alle clienti faccio consulenza, un check up con tricocamera, dove solitamente scopro che è una cosa nuova e insolita per loro, pongo domande con un questionario e poi arrivo alla proposta, insieme alla cliente osservo faccio notare anomalie e ascolto molto per capire cosa vuole e desidera. Tutto bello per la cliente ma quando arrivo alla proposta tante clienti tirano fuori varie scuse, i soldi il tempo ecc ecc. mi chiedo cosa non faccio di giusto? Riesco difficilmente a far capire alle persone la reale importanza di una continuità nel proseguire i percorsi e le tempistiche di frequenza per ottenere migliori risultati. O forse semplicemente non sono in targhet. Il fatto è che non sono molto ferrata e ne sono consapevole con la comunicazione social per attrarre i clienti giusti.
    Grazie per la tua risposta.

    Rispondi
    • Frank Merenda
      Gennaio 9, 2023 10:53 am

      Ciao Naide,
      da quanto leggo, nessuno dei tuoi problemi è insormontabile… anzi.

      Ti serve sicuramente di capire meglio come comunicare ciò che fai… e tutto parte dal copy.

      Imparare a scrivere in copy ti permette di attirare persone in target, in linea con quello che chiedi e di tenere lontane persone che poi alla fine non hanno i soldi per potersi permettere i tuoi trattamenti o che li hanno ma non vogliono spenderli per te.

      Già solo così risparmieresti tempo da dedicare al marketing e a tutte le sue discipline.

      Il mio consiglio è di partire da lì, ma la cosa migliore che puoi fare in assoluto è sentire il tuo Tutor, spiegargli la situazione e discutere insieme su quale sia il percorso di studi più adatto al tuo caso e che ti faccia ottenere risultati invidiabili nel giro di poco.
      Puoi farlo scrivendoci a questo indirizzo ==> https://assistenzametodomerenda.com/

      Rispondi
  • Antonio Vasta
    Agosto 11, 2024 10:25 pm

    Ciao Frank come sempre artícoli di grandíssimo valore io sono 10 anni che ti seguo da citta del messico divoro tutti i contenuti gratuiti e mi hanno aiutato tantissimo io mi occupo di ristorazione e lo faccio da libero professionista

    Rispondi

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